LA GELOSIA NELLA COPPIA


La gelosia nella coppia: come vincerla, come ascoltarla.

Oggi affronteremo il tema della gelosia, una delle cause principali delle crisi di coppia e della rottura delle relazioni.

Quando si parla di gelosia, la mente va al geloso cronico, ossessionato dai sospetti e dai dubbi sulla fedeltà del partner e, naturalmente, alla sua vittima. Si dà per scontata una polarizzazione dei ruoli senza investigarne la dinamica. La gelosia infatti produce sofferenza ed è uno degli elementi distruttivi del rapporto. È necessario per questi motivi evitare che diventi un serio motivo di divisione e di rottura dell’unione sentimentale e coniugale.


Ma prima di dare degli strumenti per combattere questo stato emotivo che spesso monopolizza tutta la nostra economia mentale fino a trasformarsi in idea ossessiva, occorre capire di che tipo di gelosia siamo affetti. Qual è il senso profondo di questa esperienza? È sempre e comunque da respingere o può essere un necessario ingrediente della condizione amorosa? Il dato che apre alla dimensione della gelosia è la scoperta dell’alterità dell’altro in cui si profila la percezione che l’altro ha una sua identità e che la sua immagine non combacia esattamente con l’immagine che avevamo di lui nella fase dell’innamoramento. Tale esperienza dolorosa ci mette a confronto con una persona  che ha una propria quota di desideri, di emozioni, di attrazioni, che possono non andare nel senso auspicato da chi ama. La seconda conseguenza è che da questa penosa rivelazione nasce prima il sospetto poi la convinzione che il partner si sottragga alla relazione d’amore spinto da una figura terza, quella del rivale. Entra in scena cioè un terzo elemento in grado di distruggere la relazione, contro il quale proiettare tutta la rabbia e l’odio covati a seguito di sospetti o prove della sua esistenza. Questo spostamento su un terzo delle emozioni negative permette di attribuire tutta la colpa all’intruso e ad assolvere l’amato mantenendo una dimensione idealizzata del rapporto amoroso. Più spesso si attribuisce al partner tutta la responsabilità del “tradimento”, sottoponendolo a controlli che se privi di fondamento possono diventare molesti e persecutori. 

Quando l’evento gelosia irrompe nella vita della coppia frantumandola, il soggetto geloso è posto davanti a un bivio: inserire la figura del rivale nel proprio spazio coscienziale con tutte le gradazioni e i tormenti che tale inserimento comporta. O fare spazio a una coscienza di perdita che può sfociare nel disincanto e nell’abbandono del partner come effetto della incapacità di ricucire un legame de-idealizzato.


La strada imboccata segna il romanzo personale o di coppia e si innesta sulla storia del tradito e del traditore, facendo riaffiorare lutti o carenze del passato.

Ma rispondiamo alla domanda iniziale. Prima di tutto interroghiamoci sul tipo di gelosia di cui siamo affetti, senza demonizzare acriticamente un’emozione che è in taluni casi inevitabile o quanto meno comune. 


Che cos’è la gelosia? La gelosia è una coscienza dolorosa di frustrazione già avvenuta o che deve avvenire che contiene non solo la sofferenza della privazione, ma anche quella dell’amor proprio ferito, è dolore per l’amore perduto e rabbia per la gioia del rivale.  Il sentimento si impernia su due aspetti collegati: l’idea di fedeltà/infedeltà e l’idea che un estraneo insidi la relazione.

Ma c’è una gelosia che si esprime come una predisposizione d’animo, ed è paragonabile              all’atteggiamento dell’occhiuto gendarme che vuole proteggere quanto ha di prezioso da pericoli. Comporta devozione, sollecitudine e un forte investimento nel rapporto stesso. Diciamo che questa gelosia è parte integrante della dimensione amorosa, se contenuta entro i limiti dell’interesse per il benessere e la longevità della relazione, è una meravigliosa risorsa.


L’altro volto della gelosia è quello che cela un bieco tentativo da parte di chi è geloso/gelosa di imporre i propri desideri e la propria scala di valori a un’altra persona. Un comportamento che può invadere tutta la sfera dell’altro, sentito come un proprio oggetto, e può tradursi nel limitare le scelte, mostrare fastidio o opporsi alla libertà del partner di coltivare amicizie proprie, nel condizionarne la vita lavorativa, i comportamenti, reagendo o pretendendo un adeguamento assoluto ai propri voleri o ponendoli come condizione per la sopravvivenza del rapporto.

Dal suo lato il molestato può ribellarsi non sentendo di avere mai autorizzato l’altro che lo/la ama a entrare in una relazione simile, tentando di sottrarsi a comportamenti che il geloso sente del tutto legittimi. Ne scaturisce un gioco di reciproco rinforzo, sia di rifiuti da parte di chi giudica le scenate, i pedinamenti, gli interrogatori, etc. inopportuni, sia di assalti e di insistenza da parte di chi scambia questa passionalità per amore autentico, e rimprovera all’altro mancanza di sentimento. Con l’inevitabile seguito di alimentare  dissapori e litigi che avvelenano e poi minano la solidità della relazione.

Sembra che non ci sia via di uscita. Ma se cambiamo lo sguardo, possiamo con fatica non rimanere imprigionati dentro una dimensione che fa soffrire sia il geloso, sia il partner.  


La gelosia può essere in questo caso un momento di svolta e di evoluzione della coppia quando  ci aiuta a confrontarci con una dimensione non egotistica dell’amore e ci mette nella condizione di comprendere che l’incontro con l’altro può avvenire se l’altro non è ridotto a una proiezione di noi stessi, dei nostri ideali e dei nostri desideri, incasellato in un’immagine fittizia che è solo il riflesso del bisogno di totale appagamento di bisogni infantili. L’altro non è colui che realizza il sogno di un possesso senza limiti e confini, ma è una persona con la sua identità, le sue imperfezioni, con la quale realizzare un noi che non elide l’io e il tu.

Questa conquista oltre a dare fecondità alla coppia, potrà servire alla propria crescita personale.

Non demonizziamo dunque la gelosia come una deriva patologica e riprovevole che inquina la relazione di coppia, né come un difetto di carattere, espressione di bassa autostima, di eccessiva dipendenza dal partner, ma accettiamola come salvaguardia delle travi portanti di una relazione. “Qui non zelat non amat” scriveva Agostino. 


La gelosia è anche espressione di un entusiasmo amoroso che nutre e sostiene la coppia proteggendola dalle intemperie che inevitabilmente costellano la sua esistenza.  È una forma di cura, se saggiamente emendata da ogni eccesso e non può essere un pretesto per opprimere il partner con richieste che servono solo a saturare i propri bisogni egoistici.

Ma quando il tradimento è reale e non frutto di sospetti ingiustificati? Anche in questo caso occorre riflettere sulla relazione, e valutare attentamente se sia importante provare a ricomporre il rapporto alla luce di quanto è accaduto o se sia arrivato il momento di percorrere una nuova strada.

Ogni esperienza anche dolorosa non può che arricchire il bagaglio della nostra esistenza, ogni ferita è preziosa per la nostra rinascita.

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