LA FINE DI UNA RELAZIONE



Cosa avviene quando una relazione finisce 

Anche una relazione profonda può entrare in crisi. Oggi la vita porta ad avere molte relazioni al di fuori della geografia del matrimonio. E pertanto facile provare un’infatuazione per qualcuno che ci appare sotto una luce seducente, non compromessa dalla prosaicità della vita coniugale con i suoi obblighi, le sue inevitabili fatiche, le sue incomprensioni. L’altro è disponibile, innamorato, pronto ad ascoltarci, sostiene la nostra attesa narcisistica di essere speciali e di leggere nei suoi occhi la conferma di ciò. E in questa fase che anche il rapporto più solido scricchiola. La coppia entra in un campo accidentato e scivoloso ed è quasi sempre l’individuo più debole (o perché è stato lasciato o perché non comprende i motivi della separazione) a pagare il prezzo più alto della perdita. Si crea un disallineamento nella coppia. Così disallineati si entra nella fase del lutto: la coppia è irricomponibile, e l'individuo più vulnerabile sente che una parte di sé non permette la perdita. Registra, in altre parole, una sorta di impossibilità di sopravvivenza senza l’oggetto perduto, perché ritiene (a torto) di non avere le risorse sufficienti per reggere il mondo senza la persona o la cosa perduta.

In questo caso il dolore risulta essere talmente forte da indurre sentimenti di colpa, di autopunizione o punizione dell’altro, che possono cristallizzarsi e il processo profondo di distacco dall’oggetto fallisce, chiudendo la porta alla speranza di una nuova esistenza...

Quali reazioni intervengono? Di solito, la sofferenza sfocia nella rabbia.

Una principale causa dell’eccesso di rabbia è la riluttanza ad accogliere il dolore, e con il dolore il tacito riconoscimento della propria impotenza.

Si innesta a questo punto una fantasia di recupero (speranza) della persona che si è allontanata. La speranza spesso accompagna in modo altalenante e irrazionale chi è afflitto da una perdita incidendo profondamente sul modo in cui potrà affrontare la crisi. Anche i tormenti della nostalgia per la perdita subita sono modi di registrare l’immensa importanza della persona perduta, e quindi sono modi importanti di dare compiutezza e senso alla narrazione della propria vita.

Quando il livello di sofferenza è ineguale e asimmetrico, il coniuge meno provato può inoltre sentirsi apparentemente sollevato di porre fine a un legame infelice o può già pensare a una nuova unione. Questa insensibilità esacerba il rapporto e aumenta il rischio che l’altro cada nella depressione reattiva per le difficoltà pratiche che si prospettano, ma anche in una depressione anticipatoria di quanto dovrà accadere..

Le emozioni straripano e occorre dipanarle, ma soprattutto lasciare affiorare il non detto se si vuole arrivare a una separazione dolorosa, ma sopportabile.

In molti di questi casi è consigliabile una psicoterapia che aiuti a suggellare la fine di una relazione intima, cosa non facile per chi è ancora sotto l’effetto di sentimenti forti.

Le relazioni intime sono infatti cruciali per garantire il benessere, “l’eudaimonia” come la chiamava Aristotele. .

Sono fondamentali per una vita fiorente e si intrecciano con tanti altri elementi della esistenza, in modo tale che molte iniziative diventano iniziative condivise, e molti obiettivi diventano obiettivi condivisi.

La rottura di un rapporto di coppia scompagina l’esistenza, la sgretola, la manda in frantumi, perché attacca la fiducia, cioè il modo in cui ci apriamo alla possibilità del tradimento, e procura un danno profondo. Essa sabota le strategie di autoprotezione con le quali attraversiamo la vita.

Dare fiducia a qualcuno significa credere che manterrà i suoi impegni e al contempo significa considerare questi impegni importanti per il proprio avvenire e la propria stabilità Quando qualcuno che ci ama ci fa un danno, si sperimenta la solitudine che può trasformarsi in rabbia. La rabbia se ben gestita e non protratta può però mitigare il dolore dando l’illusione di avere la capacità di agire e di controllare le situazioni esterne. Spesso però è solo un balletto narcisistico che ci impedisce di progettare relazioni più sane e ci tiene incatenati a relazioni concluse.

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